Turing,storia di uno dei padri dell’informatica

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Grande matematico e considerato tra i personaggi più importanti per lo sviluppo della moderna informatica e dei computer, l'inglese Alan Turing nonostante il suo genio indiscusso ebbe una vita difficile, finita tragicamente.

Se la società occidentale di oggi è basata principalmente sui computer, sulle reti informatiche ed in generale sulla tecnologia avanzata, lo si deve alle eccezionali capacità di questo personaggio. Coloro che studiano questo affascinante settore, ottenendo magari una laurea o un master informatica, dovrebbero conoscere anche la vita complessa e travagliata di Turing.

Gli studi e la guerra

Nato nel Giugno del 1912 a Londra, Alan Turing, dopo i difficili primi studi scolastici effettuati in campi opposti a quelli prediletti della matematica e della chimica, riuscì ad entrare nella prestigiosa università di Cambridge nel 1931.

Qui approfondì diversi studi, tra cui quelli di Logica e Meccanica Quantistica, e si laureò brillantemente nel 1934.

Trasferitosi due anni più tardi all'università americana di Princeton, vi trascorse diverso tempo, anche grazie all'assegnazione di un dottorato di ricerca, e lavorò a quella che sarebbe poi stata chiamata la "Macchina di Turing" (una sorta di precursore dei moderni computer).

Scoppiata la guerra in Europa, Turing venne arruolato, nel 1940,  dal governo britannico per far parte di un gruppo di scienziati addetti alla decifratura dei codici e delle comunicazioni tedeschi criptati dal sistema Enigma.

Un sistema, quello nazista, alquanto complesso a causa della considerevole varietà ed imprevedibilità dei codici creati.

Proprio in questo periodo, anche grazie al lavoro di Turing, fu creata la macchina "Colossus", ulteriore passo avanti verso i moderni computer.

Finita la guerra, nel 1946, il genio britannico presentò degli studi su un "Automatic Computing Engine" o Motore per il Calcolo Automatico, che furono tuttavia accolti tiepidamente, a causa dell'alto costo per la sua realizzazione.

L’intelligenza artificiale e la morte

Negli anni seguenti, lo scienziato approfondì gli studi anche di Fisiologia e Neurologia, che lo condussero, nel 1950, alla pubblicazione di un articolo in cui si prefigurava la possibilità di creare l'intelligenza artificiale, copiando le caratteristiche del cervello umano. In questo scritto si accennava a quello che poi in seguito venne chiamato il "Test di Turing" (una sorta di criterio per testare se una macchina fosse in grado di "pensare").

Trasferitosi successivamente all'università di Manchester, qui lavorò alla Manchester Automatic Digital Machine (MADAM) per riuscire a realizzare in alcuni decenni il sogno dell'intelligenza artificiale.

 

Tuttavia, nel Marzo 1952, Turing venne arrestato e condannato per omosessualità. Nella scelta tra due anni di prigione e la castrazione chimica, optò per quest'ultima. Purtroppo, il trattamento subito e la depressione che ne conseguì condusse al suicidio lo scienziato, avvenuto nel Giugno del 1954. Diversi decenni più tardi, nel 2009, il governo britannico porse scuse pubbliche postume per il trattamento subito da Turing.