Primo soccorso in caso di annegamento: nozioni fondamentali

Primo soccorso in caso di annegamento: nozioni fondamentali

Conoscere le procedure di primo soccorso che devono essere seguite in caso di annegamento può essere indispensabile per salvare una vita: gli imprevisti al mare, ma anche in piscina o al lago, sono meno rari di quel che si potrebbe immaginare, ed essere preparati per affrontarli è utile in qualsiasi contesto.

L'associazione LifeCare Academy propone corsi di primo soccorso in caso di annegamento e tutta una serie di percorsi formativi che uniscono il mondo del soccorso professionale a quello dell'acqua. 

Come ci si deve comportare in presenza di una persona che sta annegando? La prima fase è quella in cui il soggetto è ancora cosciente ma è già vittima dell'infortunio acquatico, nel senso che non riesce a mantenersi da solo a galla. In questo momento è indispensabile prestare attenzione non solo all'incolumità del pericolante, ma anche alla propria sicurezza, dal momento che la persona in difficoltà cercherà di aggrapparsi con tutte le proprie forze per riuscire a tenere il capo al di sopra del pelo dell'acqua, così da essere in grado di respirare. Insomma, è molto probabile che chi sta annegando ricerchi un punto di appoggio in chi lo sta salvando, ma se quest'ultimo non è reattivo e pronto a sostenerne il peso la situazione si può aggravare.

soccorritori sono soliti tenere a mente la sigla GEV, che è l'acronimo di Getta, Afferra, Vai. Ciò vuol dire che è necessario trovare un qualunque oggetto in grado di galleggiare, a prescindere dal fatto che ci si trovi in una piscina, in un lago, in una spiaggia o in qualsiasi altro contesto. Questo oggetto deve essere lanciato a chi è in difficoltà. Il soggetto in pericolo deve essere messo nelle condizioni di prendere l'oggetto: così, una volta che lo avrà afferrato e che non sarà più in affanno, potrà essere avvicinato a riva e tirato a secco. Quando sarà stato messo al sicuro, il paziente dovrà essere posizionato su un fianco, in modo tale che sia possibile monitorare il suo respiro e le sue condizioni. Ovviamente, è importante chiamare il 112 nel più breve tempo possibile.

Nel caso in cui il soggetto non sia cosciente, è molto probabile che sia entrato in arresto cardiaco per aver inalato l'acqua: occorre, pertanto, mettere in pratica le linee guida della rianimazione, tenendo conto dei relativi parametri di sicurezza. Le ventilazioni devono essere erogate con ossigeno ad alti flussi, nel caso in cui essi siano autorizzati, ma sono indispensabili anche le compressioni toraciche. Se c'è un defibrillatore a disposizione, esso deve essere impiegato in maniera tempestiva. Che si tratti di annegamento in acqua salata o in acqua dolce, le procedure sono sempre le stesse.