Il codice CER a specchio e i rifiuti pericolosi

Il codice CER a specchio e i rifiuti pericolosi

Uno dei presupposti per una buona gestione dei rifiuti è la loro classificazione secondo quanto stabilito per legge. L’ambito è vasto e poiché l’attribuzione del codice compete al produttore del rifiuto, è spesso richiesta la consulenza in materia (a questo proposito approfondisci l’argomento sul sito http://www.consulenza.novaecologica.it/consulenza/senza-categoria/consulenza-gestione-rifiuti.html). Con la legge 116/2014 sono state introdotte alcune specifiche relative ai Codici C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti), in particolare ai codici C.E.R. a specchio in riferimento alla classificazione dei rifiuti pericolosi.

Cosa sono i codici C.E.R. a specchio

Per codice C.E.R. a specchio si intende la definizione di un rifiuto che riporta il medesimo numero di codice, ma si differenziano tra loro per la specifica “pericoloso”- “non pericoloso” (e quelli pericolosi vengono distinti graficamente con un asterisco *). Per determinare se il rifiuto è pericoloso o meno, sono necessarie delle analisi di laboratorio specifiche. A questo proposito, la Legge n.116/2014 modifica alcune parti dell’allegato D, parte V del decreto n. 152/2006, proprio riguardo alla classificazione di rifiuto pericoloso nei casi di codici a specchio.

Le specifiche previste dalla norma

Tra i criteri per la determinazione della classificazione di un rifiuto c’è il grado di pericolosità.

  • Se un rifiuto è classificato come C.E.R. non pericoloso in base al suo processo produttivo non occorre svolgere alcun tipo di analisi e qualora venga svolta un’analisi questa andrebbe a confermare la sua innocuità;
  • Se un rifiuto è classificato con un codice C.E.R pericoloso è necessario determinare le caratteristiche di pericolo utilizzando un’ulteriore classifica che determina il grado di pericolosità e che si contraddistingue dall’impiego dei codici H da H1 a H15. L’analisi serve esclusivamente per definire il codice H da applicare.
  • Se un rifiuto è classificato come C.E.R. “a specchio” uno pericolo e l’altro non pericoloso ma con la medesima descrizione, occorre svolgere le analisi per stabilire il grado di pericolosità e attribuire il relativo codice H.

Le modalità per procedere all’identificazione del pericolo per i codici C.E.R. a specchio sono:

  • Individuazione delle componenti del rifuto con riferimento alle schede informative redatte dal produttore, il processo chimico di produzione, il campionamento e l’analisi:
  • La determinazione dei pericoli presenti nei composti con riferimento alle normative europee sull’etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi, le documentazioni informative europee e internazionali, le schede di sicurezza riguardanti le materie impiegate nei processi di produzione dei rifiuti;
  • Comparazione delle concentrazioni di agenti potenzialmente pericolosi rilevati tramite l’analisi chimica con i limiti previsti per legge.

Nel caso in cui le componenti del rifiuto sono rilevati attraverso analisi chimica senza specificare i composti, il rifiuto è considerato in ogni caso pericoloso  e gli si attribuisce il codice H in base ai composti risultati più pericolosi rispetto agli altri. Nel caso in cui, invece, non è possibile determinare o identificare le varie sostanze presenti nel rifiuto, gli si attribuisce il codice di pericolo.

Prima dell’introduzione di queste specifiche di legge, molti codici a specchio venivano classificati come non pericolosi in base al processo di produzione come nel caso del codice 19 07 03 che identifica il percolato da discarica di rifiuti urbani, che invece, è molto pericoloso. Una delle conseguenze della normativa è che molti impianti di smaltimento richiedono l’analisi di rifiuti anche non pericolosi per essere sicuri di non incorrere in reati o cattiva gestione del ciclo dei rifiuti.