Si sente spesso parlare di additivi alimentari, sostanze che creano dibattito e fanno discutere circa la loro salubrità all'interno degli alimenti.
La maggior parte dei prodotti industriali e commerciali che consumiamo li contengono, pertanto il discorso giusto da fare riguarda la loro qualità e quantità.
In questo articolo vedremo di cosa si tratta e quali sono i principali additivi alimentari che è possibile trovare, soprattutto nei cibi confezionati.
Alcune aziende, come www.nutrytex.it, realizzano ingredienti e additivi di alto livello, venduti sul mercato per migliorare il prodotto finale.
In cosa consistono esattamente gli additivi?
Gli additivi sono delle sostanze realizzate in laboratorio o derivanti da elementi naturali, che hanno diversi scopi: alcuni migliorano il sapore dei cibi, rendendoli più appetibili, altri aiutano a mantenerne la freschezza e la conservazione più a lungo, altri ancora determinano una più gradevole consistenza e un aspetto goloso, che ne favorisce la commercializzazione.
L'obiettivo è quindi quello di trasformare il cibo o la bevanda in qualcosa di duraturo e desiderabile, sempre nel rispetto della normativa europea in termini di salute e sicurezza.
Che origine hanno gli additivi usati nell'industria alimentare?
Gli additivi utilizzati nell'industria alimentare moderna sono di varia origine.
Nel rispetto della salute, si cerca di utilizzare soprattutto quelli che provengono dal mondo vegetale, come la vitamina C, la pectina, il licopene e la lecitina.
Tali elementi derivano soprattutto dalla frutta, dai pomodori, dalle uova, dal mais, dagli arachidi e dalla soia.
Una seconda fonte di additivi proviene dagli animali e questo deve essere indicata sulla confezione, per avvisare tutti coloro che seguono un regime alimentare vegano.
Parliamo, ad esempio, di acido carminico, proveniente dalla cocciniglia.
Ancora, tra gli additivi di origine minerale, inseriamo il carbonato di calcio.
Qualora non sia possibile realizzare un additivo con sostanze vegetali, animali o minerali, si ricorre a una sintetizzazione chimica, che da vita, ad esempio, a quello che viene chiamato Licopene sintetico.
Come riconoscere il tipo di additivo leggendo gli ingredienti di un prodotto
Secondo quanto stabilito dalla normativa europea, ogni additivo presente in un prodotto deve essere specificato sulla confezione.
Per una corretta attribuzione viene utilizzata una nomenclatura apposita, che prevede la lettera E seguita da un numero.
Prima di procedere con la commercializzazione, ogni sostanza deve essere passata al vaglio dell'UE, che ne determina la salubrità per coloro che devono ingerirla e ne autorizza l'impiego.
Ad oggi sono circa 300 gli elementi che possono essere usati nell'industria alimentare.
Quali sono i principali tipo di additivi utilizzati sul mercato?
Leggendo l'etichetta di un alimento è quindi possibile sapere se contiene additivi e che tipologia è presente.
I più diffusi sono gli antiossidanti, che rendono la conservazione migliore e permettono al prodotto di resistere, fuori dal frigorifero, più tempo del normale.
Questi sono utilizzati soprattutto per merendine e prodotti industriali a consumo più lento.
Ancora, all'interno di un prodotto è possibile trovare dei coloranti, così da dare al cibo o alla bevanda un aspetto più goloso e appetibile.
Troviamo coloranti in alcune bibite gassate, torte o additivi da pasticceria.
Gli emulsionanti e gli stabilizzanti si occupano invece della consistenza di un prodotto, dandogli quella morbidezza o compattezza che mancherebbe nella ricetta originale.
Per conservare la forma di un cibo, si usano solitamente gelificanti e addensanti, come accade ad esempio nei budini e nel cream caramel.
Infine, tra gli additivi maggiormente utilizzati inseriamo i dolcificanti, che intervengono sul sapore e lo modulano per renderlo più gradevole possibile al palato.
Nella selezione a autorizzazione degli additivi un ruolo essenziale è rivestito da un organo chiamato EFSA, che ne controlla la provenienza, la purezza e soprattutto la possibilità di impiego sul mercato senza danni per la salute.
Alla commissione sono anche riportati i casi di potenziale rischio, che vengono esaminati di volta in volta per rendere i prodotti dell'industria alimentare sicuri a 360 gradi.