Alcune informazioni sulle patate dolci
Scritto da Giuseppe Capano il Con l’arrivo dell’autunno si ricomincia a trovare con più frequenza un tubero del tutto particolare di cui ritorno a parlare perché alcune mie conoscenze mi hanno chiesto chiarimenti essendo interessate al suo uso in cucina che in effetti è molto intrigante e utile consentendo di preparare ottimi piatti.
Ne avevo già parlato quasi quattro anni fa, ma visto il tempo passato ricordare alcune piccole notizie non fa male, se volete seguire un approfondimento più dettagliato, almeno della versione rossa, potete tornare anche a quanto scritto in precedenza, lo trovate comodamente qui.
Sto parlando della batata o patata dolce che malgrado il nome comune non è imparentata con la più diffusa e classica patata che tutti ben conosciamo e utilizziamo con frequenza.
In ogni caso si tratta pure sempre di tuberi con forme e struttura simili che arrivano direttamente dal nuovo mondo, non per nulla la Batata viene spesso chiamata dolce americana ed è frequente trovarla in vendita con questa denominazione.
Le differenze sostanziali tra patata classica e batata sono una dimensione ben maggiore della tipologia dolce o comunque diversa con un corpo solitamente allungato e conico, una polpa interna bianca o rossa arancione, un colore esterno della sottile buccia che varia dal marrone chiaro al rosso mattone.
Questo ortaggio si presenta infatti in due varianti distinte entrambe oggi ampiamente coltivate anche in Italia, la bianca diffusa soprattutto nel nord del paese dal sapore dolce che ricorda le castagne e la rossa la cui produzione è concentrata soprattutto nelle regioni centrali.
Entrambe sono ottimi prodotti con cui realizzare numerose preparazioni, il loro sottofondo dolce non crea problemi particolari perché sono presenti allo stesso tempo altre componenti aromatiche interessanti.
Si abbinano in maniera particolare a cipolle, porri, scalogni, alle verdure con tendenza amara come carciofi, rucola e radicchio, a ortaggi con dolcezza contrapposta come i finocchi.
La loro composizione particolare le rende molto più tollerabili rispetto alla dinamica di assorbimento degli zuccheri, hanno infatti un indice glicemico più basso e accettabile rispetto alla classica patata.
E questo consente una libertà d’uso maggiore tanto che abbinata a alimenti dall’indice glicemico basso o con rilevanti quantità di fibre il carico glicemico complessivo risulta più che corretto.
È un ortaggio che a me piace molto e giusto ieri ne ho preso un bel quantitativo con cui volevo sperimentare nuove proposte.
Nell’attesa se siete curiosi di trovare una ricetta molto originale e particolare vi segnalo questa che qui sul blog ho pubblicato diversi anni fa, sono convinto vi sorprenderà!!!