Regione Campania: misure anti crisi a sostegno dell’economia

La pandemia da Coronavirus Covid19 ha colpito il nostro Paese pesantemente e con il fermarsi del nord, prima, e delle altre regioni subito dopo si è fermata anche l’economia. A pagarne il prezzo più alto le tante fasce deboli, concentrate soprattutto al Sud. La Regione Campania, guidata da Vincenzo De Luca, in previsione dei tempi duri che seguiranno la pandemia ha già cominciato a pianificare le misure anti crisi.

Perché una crisi ci sarà e una volta guariti i malati occorrerà assistere pure i sani, che nel frattempo faranno i conti con i debiti e con i conti in banca dimezzati. Predisporre un piano di intervento per mitigare questi effetti è saggio, e chi ha potuto agire per tempo è già in movimento. Sentite le istituzioni locali, gli enti, le organizzazioni sociali, sindacali e imprenditoriali, la Campania sta per varare un piano socio economico milionario.

 

Un piano da oltre novecento milioni

Il piano socio economico per la Regione Campania consiste in un budget di 900 milioni di Euro da ripartire in aiuti a sostegno delle famiglie e delle imprese, motore fondamentale per l’economia locale. L’obiettivo è quello di offrire alle fasce più deboli della popolazione e all’apparato produttivo della regione un concreto e celere aiuto per affrontare al meglio le conseguenze di settimane di stop dell’attività sociale e lavorativa.

Sul sito della Regione Campania si possono consultare i bandi e le iniziative promosse dalla regione, con tutti i dettagli, i requisiti necessari e le modalità per inoltrare le richieste.

Il comparto turistico, primo motore del lavoro in questa regione, beneficerà di una parte consistente degli aiuti. Avranno dei bonus per le proprie attività anche le aziende agricole e della pesca, secondo motore economico campano.

Bonus anche a professionisti e lavoratori autonomi, ma un pensiero va certamente ai pensionati. Le pensioni al minimo saliranno a 1000 Euro per almeno due mesi. Duemila Euro una tantum per le imprese più piccole, artigianali o commerciali. Infine un più che giusto contributo alle famiglie con disabili che hanno dovuto gestire l’emergenza nell’emergenza, quasi sempre da sole.

I fondi saranno stanziati inoltre per il potenziamento dei servizi sociali, per il diritto allo studio, per le famiglie di immigrati e gli stanziamenti informali, per aiutare i servizi socio-assistenziali, per il recupero e la redistribuzione di eccedenze alimentari e per sostegno alle famiglie con figli minorenni. Attenzione particolare alle necessità della casa, compresi affitti per abitazioni o locali commerciali, sostegno inquilini, mutui prima casa.

 

Far ripartire i punti cardine

In generale il piano socio economico della Regione Campania appare abbastanza completo e promette di intervenire in modo capillare su ogni settore. Chiaramente, senza entrare nel dettaglio, i fondi maggiori vanno certamente ai tre settori economici più trainanti dell’economia locale.

  1. Il turismo, che ha subito un duro colpo e dovrà trascinarne le conseguenze ancora per mesi, ha bisogno della maggior linfa per sostenere alberghi, strutture e situazioni legate al movimento turistico. Località come Napoli, Capri, Ischia, Costiera Amalfitana vivono prevalentemente di questo e tanti sono i risarcimenti da dare nel settore.
  2. L’agricoltura riceverà quasi la stessa somma, e anche in questo caso l’intervento è dovuto per un settore che comprende non soltanto i prodotti della terra ma anche l’allevamento e i derivati, come le famose mozzarelle. Fiore all’occhiello dell’intera regione, il comparto agricolo può recuperare terreno molto prima del turismo e dunque partecipare da subito attivamente alla rinascita della regione.
  3. Anche la pesca è un importante motore economico della Campania. Potrebbe ripartire in tempi meno lunghi, anche essa, ma avrà bisogno di mezzi per recuperare le stagioni che in mare seguono tempi ben precisi. Anche per questo motivo il contributo sarà appena maggiore rispetto a turismo e agricoltura.

 

L’attenzione ai lavoratori dipendenti

Il piano prevede, nell’ambito dei fondi per tutte queste attività, anche il sostegno ai lavoratori dipendenti. Specie ai lavoratori che svolgevano impieghi a giornata e che, con la lunga quarantena, si sono ritrovati senza un introito economico. Pure se minimo, il contributo che spetta a questi lavoratori è immediatamente trasferibile tramite i canali appositi dell’INPS.