Chiedere un prestito è oggi un’operazione molto semplice che può essere effettuata anche online oppure direttamente presso un venditore, al momento dell’acquisto di un bene o di un servizio che si desidera pagare sfruttando un prestito finalizzato. Semplice non significa immediata e neanche certa; non tutte le richieste di prestito ottengono esito positivo, soprattutto quando chi lo richiede non dispone di sufficienti garanzie.
I motivi che possono spingere una persona a richiedere un prestito alla propria banca o a un altro istituto di credito sono innumerevoli e includono l’acquisto di una casa o di un elettrodomestico, il pagamento di un corso formativo, il sostenimento di spese mediche, il consolidamento dei debiti; in base al fine della richiesta, è possibile distinguere tra prestiti buoni e cattivi. Qualunque sia la finalità, è importante scegliere con attenzione, valutando caratteristiche e aspetti come ammontare delle rate, massimale ottenibile, tassi di interesse e via dicendo. Per capire come calcolare il tazzo di interesse o, più in generale, la convenienza del prestito e l’aderenza alle proprie esigenze, è possibile consultare siti online oppure affidarsi a un consulente finanziario che potrà fornire utili consigli.
Prestiti buoni e cattivi: come riconoscerli
Il primo passo per capire se il prestito che stiamo per chiedere è conveniente consiste nel valutare in modo oggettivo se si tratta di un prestito buono o cattivo. Che cosa significa questo?
Come abbiamo anticipato sopra, le motivazioni che possono spingere a richiedere un prestito sono tantissime e possono essere divise in queste due macrocategorie. In particolare, i prestiti cattivi sono quelli che vengono chiesti per acquistare beni superflui o di cui non si ha immediato bisogno, il cui acquisto potrebbe essere rimandato a un secondo momento, ossia a quando si disporrà della somma necessaria, oppure eliminato del tutto dalla lista delle spese. I prestiti buoni sono invece quelli che consentono di prevedere, sul breve, medio o lungo periodo, un ritorno economico più o meno elevato. Mentre nella prima categoria possono essere inclusi i prestiti chiesti per fare un viaggio o per effettuare acquisti rateizzati, nella seconda possono essere inseriti i prestiti chiesti ad esempio per acquistare un immobile da affittare oppure per studiare.
Attenzione però: i prestiti buoni non sono necessariamente positivi, in quanto bisogna valutare con attenzione il livello di rischio a cui si va incontro e calcolare la differenza tra i tassi di interesse maturati sul prestito e i guadagni che presumibilmente si ricaveranno dall’impiego del denaro.
Per quanto riguarda i prestiti chiesti per sostenere spese non rimandabili, ma che non apportano benefici di tipo economico, come quelle mediche, possiamo parlare di prestiti neutri.
Come riconoscere un prestito conveniente
Se la convenienza di chiedere un prestito dipende in primis dall’uso che si intende farne e dal modo in cui questa riesce a incastrarsi nel nostro piano finanziario personale, la convenienza del prestito in quanto tale deriva dalle caratteristiche dello stesso e dal modo in cui riesce a rispondere alle nostre esigenze.
Sotto questo punto di vista, un prestito può essere definito vantaggioso quando presenta tassi di interesse bassi o comunque non troppo elevati. Grande importanza riveste anche la rateizzazione, ossia l’ammontare, la quale non dovrà essere superiore alla nostra capacità di rimborso, e il numero delle rate previste per la restituzione.
Un prestito conveniente è anche quello che ci permette di entrare in possesso della somma di denaro di cui abbiamo bisogno e che accetta le garanzie che possiamo fornire. Dunque, se necessitiamo di una somma importante, per noi non sarà certo conveniente il prestito rapido, il quale consente di ottenere piccole somme di denaro; allo stesso modo, se non abbiamo un lavoro fisso, ma disponiamo di un altro tipo di reddito e abbiamo un garante, non dovremo impuntarci a chiedere prestiti a chi vuole come garanzia una busta paga o il cedolino della pensione.