Laureati in Economia: le competenze più richieste sul mercato del lavoro

Oggi, conseguire una laurea in Economia, indipendentemente dall’area di specializzazione, offre molte opportunità nel mondo del lavoro. Secondo una ricerca condotta da Anpal e Unioncamere, c’è una forte domanda di laureati nel settore economico che si aggira intorno alle 40.000 unità. Per questa ragione, negli ultimi anni ogni corso di laurea magistrale in economia ha registrato un aumento significativo di immatricolazioni, soprattutto presso le università telematiche, le quali grazie al loro approccio didattico e-learning e/o blended learning – pensiamo ad esempio ai corsi offerti dall’Università Telematica Niccolò Cusano – hanno reso possibile l’accesso ad una formazione di alto livello a numerosi studenti che per varie ragioni si ritrovano impossibilitati nel seguire i corsi in presenza.

Laurea in Economia: richieste sul mercato

A prescindere da quale sia lo specifico settore economico in cui si voglia intraprendere la propria carriera, oggi le competenze richieste dalle aziende ruotano attorno alle soft skill, hard skill e digital skill.

Tra le principali competenze richieste dai datori di lavoro, la competenza linguistica riveste un ruolo fondamentale. Nell’attuale società globalizzata, molte aziende operano a livello internazionale, quindi è essenziale avere una solida conoscenza di almeno una lingua straniera, tendenzialmente si richiede l’inglese.
Un’altra competenza fondamentale è quella informatica. L’attuale società digitalizzata ha rivoluzionato radicalmente il mondo del lavoro, creando nuove figure professionali e modificando numerosi compiti lavorativi. Si tratta di competenze di cittadinanza europee, le cosiddette digital skill, che consentono di utilizzare in modo competente e critico le tecnologie della società dell'informazione per scopi lavorativi e di comunicazione. Inoltre, promuovono la comunicazione, la collaborazione e la condivisione della conoscenza, favorendo il processo di apprendimento autoregolato, al fine di rendere i professionisti in grado di pianificare, monitorare e riflettere sul proprio operato, dando evidenza dei propri progressi, condividendo spunti e riflessioni e di proporre soluzioni creative. Non sorprende se secondo il report “The future of Job 2020” del World Economic Forum (Wef) nel 2030 nove lavori su dieci richiederanno competenze digitali avanzate.
La competenza del problem solving è essenziale per affrontare con successo le sfide e le difficoltà sul luogo di lavoro. Essa consente di acquisire e sviluppare una forma di pensiero divergente, che permette di gestire situazioni critiche e adottare soluzioni originali e innovative, attraverso una flessibilità cognitiva adeguata. Inoltre, il problem solving contribuisce a migliorare l'efficienza e l'efficacia sul lavoro. In questo caso, il professionista è in grado di individuare gli ostacoli e superarli in modo efficiente, e di prendere decisioni ponderate e informate, minimizzando gli errori e massimizzando i risultati positivi.
Un’altra competenza richiesta è il pensiero analitico. Il possesso di questa capacità è fondamentale soprattutto per i laureati in economia, in quanto consente loro di saper interpretare in maniera critica ed analitica le diverse situazioni prima di giungere a delle conclusioni.
Infine, un’altra competenza molto richiesta sul mercato del lavoro è la capacità di team working. Lavorare in gruppo, soprattutto in settori come quello legato all’economia, alla finanza o alla statistica richiede costantemente la necessità di svolgere parte del proprio lavoro in team coordinati al fine di poter raggiungere le più alte prestazioni con il maggior profitto per l’azienda.