L’itinerario della Roma dei fantasmi

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Esiste una forma di turismo “esoterico” che interessa una buona quota di viaggiatori che visitano luoghi e città attraverso o seguendo le tracce di fantasmi, presenze occulte, personaggi leggendari, miti. La Scozia, per esempio, è uno di quei paesi che viene visitato anche per i suoi famosi castelli infestati da presenze inquietanti: un vero e proprio business. Non tutti sanno che anche Roma ha i suoi lati oscuri e le sue presenze infestanti e così dopo i 7 re di Roma e i 7 colli, un’altra formula di richiamo sono i tour turistici sulle tracce dei 7 fantasmi di Roma. Esistono delle agenzie e organizzazioni culturali che pianificano itinerari insoliti e curiosi che mescolano la cultura, l’architettura, la storia alle storie di fantasmi. Da Piazza San Pietro al Pantheon, il cuore di Roma è popolato di miti e leggende popolari. Gli animi sensibili potranno, comunque, dormire sonni tranquilli e senza ombre nei pacifici e accoglienti alberghi a Roma.

Il tour dei fantasmi di Roma

Nella millenaria storia della città di Roma, è inevitabile che si siano consumati delitti, reati, atroci misteri che hanno segnato l’immaginario comune e che hanno lasciato il segno e che risalgono addirittura alle origini.

Il tour dei fantasmi di Roma, infatti, comincia dalla Basilica di San Pietro e precisamente dalla sfera posta in cima al suo obelisco. Si narra che quella sfera custodisca le ceneri dell’imperatore Giulio Cesare, poste in cima all’obelisco e trasportate in Egitto. Nel 1585, l’obelisco fu riportato a Roma e pare che durante il trasporto, la sfera si sia incrinata e da essa sia scappata l’anima dell’imperatore che ancora oggi aleggia inconsolabile nella piazza. Sempre a San Pietro, all’interno della basilica, è custodita la colonna degli spiritati e degli ossessi, chiamata così perché vi legavano i posseduti sottoposti a esorcismo. La colonna proviene dal Tempio di Salomone ed è fonte di numerose leggende relative a fantasmi e presenza che aleggiano all’interno della Basilica di San Pietro.

Proseguendo per Castel Sant’Angelo ci si può imbattere forse nei due fantasmi più famosi di Roma: Beatrice Cenci e Mastro Titta. Il castello è stato il luogo di esecuzione a morte per l’una e posto di “lavoro” per l’altro. Beatrice Cenci era una giovane nobildonna che fu ingiustamente accusata e condannata per l’uccisione del padre/padrone che aveva abusato spesso di lei. Fu decapitata l’11 settembre 1599 e da allora molti giurano di averla avvistata nella notte tra il 10 e l’11 settembre passeggiare sul ponte portando in mano la sua testa. Invece, tutti i giorni all’alba si può intravedere avvolto nel suo manto scarlatto da lavoro il boia Mastro Titta camminare tra le merlature del castello e fermarsi di tanto in tanto a offrire un’ultima presa di tabacco ai condannati a morte. Tra il 1796 e il 1864 – in ben 68 anni – eseguì 516 condanne a morte e supplizi.

Passeggiando verso Piazza Navona ci si imbatte in due splendidi palazzi: Palazzo De Cupis e Palazzo Pamphilii, ma quelle mura nascondono storie di strane apparizioni. Costanza De Cupis era una nobildonna romana nota a tutti per la bellezza delle sue mani, tanto che uno scultore volle farne un calco tuttora custodito. La storia narra che qualcuno – uno straniero in visita o forse un frate – le predisse che avrebbe presto perso quelle sue belle mani. La donna colta da sgomento per l’infausto presagio non volle più uscire di casa per evitare incidenti, ma il fato volle che mentre stava ricamando si punse con un ago e la ferita subito si infettò provocando l’amputazione della mano e in seguito la morte per setticemia. Si dice che nelle notti di luna piena dietro il vetro di una finestra del palazzo si riesce a intravedere la sagoma di una bianchissima e bellissima mano.

Palazzo Pamphilii, invece fu a lungo la residenza di Donna Olimpia, chiamata con disprezzo dai romani la Pimpaccia. Donna di origine viterbese, di modesti natali e modesta bellezza, aveva però una grande ambizione e modi convincenti al punto che riuscì a sposare prima un ricco e anziano commerciante e alla morte di lui, ormai salita di grado nella scala sociale riuscì a sposare il nobile Pamphilii, il cui cognato era il papa Innocenzo X. Il popolo la disprezzava per la sua arroganza, le sue origini, il suo arrivismo  e l’immensa avidità, era accusata di essere l’amante del cognato Papa e di governare come una regina. Quando la fortuna le voltò le spalle, scappò da Roma portandosi via un forziere di oro e gioielli. Morì in esilio, costretta a restituire l’oro trafugato. Si narra che nelle notti di tempesta, si riesce ad avvistare una carrozza nera trainata da cavalli con occhi di fuoco che sfreccia da Villa Pamphilii attraverso Ponte Sisto portando con se Donna Olimpia e il suo tesoro, per poi scomparire all’altezza di Piazza Navona: pare, infatti che sia quello il tragitto percorso durante la sua fuga.

Avvicinandosi al Pantheon, ci si può imbattere nel fantasma di Nerone che ancora spadroneggia nella sua città. Il Tempio di tutti gli dei – divenuto Chiesa di Santa Maria ad Martyres il 13 maggio 609 – è però teatro di numerosi eventi soprannaturali, il primo fra tutti fu proprio quello del giorno della consacrazione: alle prime note del Gloria in excelsis un’orda di demoni fuggì dall’apertura della cupola per non tornare mai più.

Molte sono le storie legate a famiglie, artisti, vicende politiche che animano i vicoli di Roma. Un tour come quello sopra descritto dura circa 1 ora e 30 minuti, c’è tutto il tempo per distrarsi e rinfrancarsi con uno dei magnifici gelati che si vendono nelle piccole gelaterie artigianali del centro.